Modificato il Codice delle Pari Opportunità: cresce l’attenzione alla parità di genere sul lavoro

Il 18 novembre 2021 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 162/2021 recante modifiche al Codice delle Pari Opportunità. La nuova legge ha come obiettivo quello di cercare di superare definitivamente le discriminazioni di genere che ancora persistono, soprattutto in ambito lavorativo.

Il provvedimento, approvato all’unanimità dal Parlamento, si compone di sei articoli recanti innovazioni e integrazioni al testo previgente, finalizzate a favorire l’occupazione femminile in condizioni di parità di salario e opportunità di crescita professionale con gli uomini, principio già sancito, del resto, dall’art 37 della Costituzione, secondo il quale “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni, che spettano al lavoratore.” 

Le modifiche riuniscono, inoltre, diverse proposte legislative in materia e sono coerenti con il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) italiano, che contiene, per l’appunto, una Strategia Nazionale per la parità di genere 2021-2026 contemplante cinque priorità: lavoro, reddito, competenze, tempo, potere.

In sintesi, la legge prevede che:

  • La consigliera o il consigliere nazionale di parità presenti al Parlamento, ogni due anni, una relazione contenente i risultati del monitoraggio sull’applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro e sulla valutazione degli effetti delle disposizioni dello stesso codice;
  • Costituisca discriminazione ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni e dei tempi di lavoro che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell’esercizio dei relativi diritti, pone o può porre il lavoratore in condizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori, di limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali o dell’accesso ai meccanismi di avanzamento e di progressione nella carriera;
  • Le aziende pubbliche e private con più di cento dipendenti redigano il rapporto biennale obbligatorio sulla situazione del personale maschile e femminile secondo le nuove indicazioni e in modalità esclusivamente telematica, attraverso la compilazione di un modello pubblicato nel sito internet istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali;
  • L’Ispettorato nazionale del lavoro, nell’ambito delle sue attività, verifichi la veridicità dei rapporti e, nel caso di rapporto mendace o incompleto, si applichi una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro;
  • A decorrere dal 1 gennaio 2022, sia istituita la certificazione della parità di genere al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità;
  • Venga istituito, presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Comitato tecnico permanente sulla certificazione di genere nelle imprese;
  • Per l’anno 2022, alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere sia concessa una premialità di parità.

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